CAPITOLO XVII
Tratto da: "VISIONE IN CONDIZIONI AVVERSE UN BENEFICIO PER GLI OCCHI"
NdT: Prima di leggere questo capitolo è necessario leggere la prefazione del CD per un avviso molto importante!
(Si tratta della nota che specifica di *NON* guardare il sole ad occhi aperti, come successivamente scritto da Bates stesso).
(Fonte: "La Cura Della Vista Imperfetta per mezzo del Trattamento Senza Occhiali" )
Pubblicato nel 1920.
Sebbene gli occhi siano stati fatti per interagire con la luce, una paura generale dell’ effetto di questo elemento sugli organi della visione è nutrita sia dalla professione medica che dai profani. Sono prese precauzioni straordinarie nelle nostre case, uffici e scuole per attutire la luce, sia naturale che artificiale, e per assicurarsi che non batta direttamente sugli occhi; vetri color fumo e ambra, visiere, cappelli a falde larghe e ombrellini sono comunemente usati per proteggere gli organi della visione da quello che è considerato un eccesso di luce; e quando un reale disturbo è presente, è comune per i pazienti essere tenuti per settimane, mesi e anni in stanze oscure, con bende sugli occhi.
La prova sulla quale questa universale paura della luce è stata basata è delle più deboli. Nella voluminosa letteratura sulla materia si trova una mancanza di informazione tale che nel 1910 il dr. J. Herbert Parsons del Royal Ophtalmic Hospital di Londra, rivolgendosi ad un convegno della sezione oftalmologica dell’ American Medical Association, si giustificò dicendo che gli oftalmologi, se erano onesti con sé stessi, “devono confessare una ignoranza deplorevole delle condizioni che rendono la luce piena deleteria per gli occhi. Da allora, Verhoeff e Bell hanno riportato una serie esauriente di esperimenti condotti al laboratorio patologico del Massachussetts Charitable Eye and Ear Infirmary, che indicano che il pericolo di danno per l’occhio da parte di una leggera radiazione come quella è stato “veramente molto esagerato”. Che le sorgenti di luce forte qualche volta producano sintomi spiacevoli temporanei non può, certo, essere negato; ma per quel che riguarda sicuri effetti patologici, o un danneggiamento permanente della vista derivante solo dall’esposizione alla luce, i dr. Verhoeff e Bell furono incapaci di trovarle, sia clinicamente che sperimentalmente, qualcosa di natura sicura.
Per quanto riguarda il pericolo derivante dagli effetti del calore della luce, lo considerano” cadere fuori dalla considerazione dell’immediato fastidio prodotto dall’eccesso di calore”. In breve concludono che “ l’occhio nel processo dell’ evoluzione ha acquisito l’abilità di proteggersi sotto condizioni estreme di illuminazione fino ad un grado fino ad ora creduto altamente improbabile”. Nei loro esperimenti, gli occhi dei conigli, scimmie e esseri umani sono esposti per un ora o più a luce di intensità estrema, senza alcun segno di danno permanente, le risultanti sotomata(aree cieche) spariscono entro poche ore. Le luci commerciali sono state trovate interamente prive di pericolo sotto ogni condizione normale di uso. Fu anche trovato impossibile danneggiare la retina con qualsiasi luce artificiale, eccetto che con l’esposizione ad intensità enormemente più intense di quelle che avvengono fuori dal laboratorio. In un caso un animale soccombette al calore dopo un esposizione di un ora e mezza a una lampada nitrogena di 750 watt a 20 cm-circa 8 pollici; ma in un secondo esperimento, nel quale era ben protetto dal calore, non ci fu danno nell’occhio anche dopo un esposizione di due ore. Per quanto riguarda la parte ultravioletta dello spettro, alla quale un’ importanza esagerata è stata attribuita da molti scrittori recenti, la situazione fu trovata essere circa la stessa rispetto al resto dello spettro; cioè “mentre sotto condizioni concepibili o realizzabili di sovraesposizione può esser procurato danno all’occhio esterno, tuttavia sotto tutte le condizioni pratiche trovate nel reale uso di fonti artificiali di luce per l’illuminazione la parte ultravioletta dello spettro può essere trascurata come una possibile fonte di danno”.
I risultati di questi esperimenti sono in completo accordo con le mie osservazione sull’effetto della luce forte sugli occhi. Nella mia esperienza questa luce non è mai stata permanentemente pericolosa. Le persone con una vista normale sono state in grado di guardare il sole per un indefinito arco di tempo, anche un’ora o più, senza nessun fastidio o perdita di vista. Immediatamente dopo erano capaci di leggere la tabella di Snellen col la vista migliorata, essendo la loro vista diventata migliore di quanto è considerato ordinariamente normale. Alcune persone con vista normale accusavano fastidio e perdita di visione quando guardano il sole; ma in questi casi il retinoscopio indica sempre un errore di rifrazione, mostrando che questa condizione è dovuta non alla luce, ma allo sforzo. In casi eccezionali persone con vista difettosa sono state capaci di guardare il sole o hanno pensato di averlo guardato, senza fastidio e senza perdita di vista ;ma, come regola, lo sforzo in tali occhi è enormemente cresciuto e la vista sicuramente abbassata dal guardare al sole, come manifestato dall’inabilità di leggere la tabella di Snellen. Le aree cieche(scotomata) possono svilupparsi in varie parti del campo-due o tre o più. Il sole, invece di apparire perfettamente bianco, può apparire del color dell’ardesia, giallo, rosso ,blu e anche totalmente nero. Dopo aver guardato lontano da sole, si possono vedere macchie di colore di vario tipo e dimensione, continuando per un arco di tempo variabile, da pochi secondi fino a pochi minuti, ore, o anche mesi. In fari un paziente aveva avuto problemi in questo modo dopo un anno o più dopo aver guardato il sole per un po’ di secondi. E’ stata prodotta anche una cecità totale durata un po’ di ore. Possono essere prodotti anche cambiamenti organici . Infiammazione, arrossamento della congiuntiva, opacità delle lenti e degli umoria cqueo e vitreo, congestione e opacità della retina, nervo ottico e coroide, sono tutti risultati del guardare il sole. Questi effetti, comunque, sono sempre temporanei. Gli scotomata, gli strani colori, anche la cecità totale, come spiegato nel capitolo precedente, sono solo illusioni mentali. Non importa se la vista possa essere stata danneggiata dal guardare il sole o quanto a lungo il danno possa essere durato, c’è sempre stato un ritorno alla normalità, mentre un pronto sollievo di tutti gli altri sintomi menzionati ha sempre seguito il sollievo dallo sforzo, mostrando che le condizioni sono il risultato, non della luce, ma dello sforzo. Alcune persone che avevano creduto che i loro occhi fossero permanentemente danneggiati dal sole sono state prontamente curate dalla fissazione centrale, indicando che la loro cecità era stata semplicemente funzionale. Insistendo a guardare il sole, una persona con vista normale presto diventa capace di farlo senza alcuna perdita di vista; ma persone con vista imperfetta di solito trovano impossibile abituarsi alla luce così forte senza che la loro vista sia migliorata tramite altri mezzi. Bisogna essere molto prudenti nel raccomandare di guardare il sole a persone con vista imperfetta; perché sebbene non ne risulti un danno permanente, uò essere prodotto un grande fastidio temporaneo, senza nessun beneficio permanente. In alcuni rari casi, comunque, cure complete sono state effettuate esclusivamente con questi mezzi. In uno di questi casi la sensibilità della paziente, anche alla luce ordinaria del giorno, era così grande che uno specialista eminente si era sentito giustificato a metterle una benda nera su un occhio e a coprire l’altro con un vetro color fumo così scuro da essere quasi opaco. Era stata tenuta in questa condizione di quasi totale cecità per due anni senza nessun miglioramento. Un altro trattamento che si svolse in diversi mesi era fallito nel produrre risultati soddisfacenti. Il risultato immediato fu cecità totale che durò per diverse ore; ma il giorno seguente la vista non fu restituita nella sua condizione precedente, ma era migliorata. Il trattamento del sole fu ripetuto e ogni volta la cecità durò per un periodo minore. Alla fine della settimana la paziente fu capace di guardare direttamente al sole senza fastidio e la sua visione, che era stata 20/200 senza occhiali e 20/70 con essi era migliorata a 20/10, due volte lo standard accettato per la normale visione.
Pazienti di questo tipo hanno ricevuto grande beneficio dal focalizzare i raggi del sole direttamente sugli occhi, ottenendo un sollievo marcato in pochi minuti. Come il sole, una luce elettrica forte può abbassare la vista temporaneamente, ma non produce nessun danno permanente. In quei casi eccezionali nei quali il paziente può diventare abituato alla luce, è benefica. Dopo avere guardato una luce elettrica forte alcuni pazienti sono stati capaci di leggere la tabella di Snellen in modo migliore. Non è la luce ma il buio che è pericoloso per l’occhio. Una prolungata esclusione dalla luce abbassa sempre la vista, e può produrre serie condizioni infiammatorie Fra i bambini piccoli che vivono in appartamento questa è una causa frequente di ulcera sulla cornea, e alla fine distrugge la vista. Il bambino, trovando i propri occhi sensibili alla luce, li seppellisce nel cuscino e spegne totalmente la luce La universale paura di leggere o fare lavoro di precisione in una luce piena, è , comunque, infondata. Fin quando la luce è sufficiente per vedere senza fastidio, questa pratica non è solo senza pericolo, ma può essere benefica.
Si suppone che contrasti improvvisi di luce siano particolarmente dannosi per l’occhio. La teoria sulla quale questa idea è basata è riassunta come segue da Fletcher B Dresslar, specialista in igiene della scuola e sanità nell’United States Bureau of Education:
“I muscoli dell’iride sono automatici nei loro movimenti, ma piuttosto lenti. Improvvisi contrasti di luce forte e debole illuminazione sono dannosi e pericolosi per la retina. Per esempio, se l’occhio, abituato a una luce fioca, è subito volto verso un oggetto illuminato brillantemente, la retina riceverà troppa luce e subirà uno shock prima che i muscoli che controllano l’iride possano reagire per escludere la sovrabbondanza di luce. Se i contrasti non sono forti, ma fatti di frequente, se l’occhio è chiamato a funzionare in questo modo dove adattamenti frequenti sono necessari, i muscoli che controllano l’iride diventano affaticati, rispondono più lentamente e meno perfettamente. Come risultato, è prodotto uno forzo nel muscolo ciliare e la retina è iperstimolata. Questa è una causa di mal di testa e occhi stanchi.”
Non vi è prova per supportare questi fatti. Improvvise fluttuazioni di luce senza dubbio causano fastidio a molte persone, ma sono molto lontane dall’ essere pericolose. Le ho trovate molto benefiche in tutti i casi osservati. La pupilla dell’occhio normale, quando ha una vista normale, non cambia apprezzabilmente sotto l’influenza dei cambi di illuminazione; e persone con vista normale non sono danneggiate da tali cambiamenti. Ho visto un paziente guardare direttamente al sole provenendo da una stanza imperfettamente illuminata, e poi, ritornando alla stanza, immediatamente prendere un giornale e leggerlo. Quando l’occhio ha vista imperfetta, la pupilla di solito si contrae nella luce e si espande nel buio ma è stato osservata contrasti fino alla dimensione di una capocchia di spillo nel buio. Che le contrazioni avvengano sotto l’influenza della luce o del buio, la causa è la stessa, vale a dire lo sforzo. Le persone con vista imperfetta soffrono grandi fastidi, risultanti nell’abbassamento della visione, dai cambiamenti in intensità della luce; ma l’abbassamento della vista è sempre temporaneo se l’ occhio è permanentemente esposto a queste condizioni, la vista ne beneficia. Pratiche come leggere alternativamente in una luce brillante, o andare da una stanza buia a una ben illuminata, e vice versa, sono da raccomandare,
Anche fluttuazioni così rapide e violente come quelle coinvolte nella produzione di film sono, a lungo andare, benefiche per gli occhio.
Consiglio sempre i pazienti sotto trattamento per la cura della visione difettosa di andare al cinema frequentemente e pratica re la fissazione centrale. Diventano presto abituati alla luce guizzante e successivamente, altra luce e riflessi causano meno fastidio.
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Better Eyesight
Gennaio 1925- vol. 9, num.7
Trattamento con il sole.
E’ un fatto ben noto che la costante protezione degli occhi dalla luce del sole, o da ogni tipo di luce, è seguita da debolezza o infiammazione degli occhi o delle palpebre. Bambini che vivono in stanze buie, dove il sole entra raramente, acquisiscono un intolleranza per la luce. Alcuni di loro tengono i loro occhi coperti con le mani, o seppelliscono le loro facce nel cuscino e fanno tutto il possibile per evitare l’esposizione del loro occhi alla luce ordinaria. Ho visto molte centinaia di casi di bambini piccoli portati alla clinica con ulcere alla cornea, che può essere sufficiente a causare la cecità. Mettere questi bambini in una stanza buia è un errore grave. I miei migliori risultati nella cura di questi casi furono ottenuti incoraggiando i pazienti a passare una buona parte del tempo fuori dalle porte, con i loro visi esposti direttamente ai raggi del sole. In un breve periodo questi bambini divennero capaci di giocare e di divertirisi molto di più fuori dalle porte, esposti alla luce del sole, di quando proteggevano i loro occhi dalla luce. Non solo il sole è benefico per i bambini con infiammazione della cornea, ma è anche benefico per gli adulti.
Quando il paziente guarda sufficientemente in basso, la parte bianca dell’ occhio può essere esposta sollevando gentilmente la palpebra superiore, mentre i raggi del sole battono direttamente su questa parte dell’ occhio. Nella maggior parte dei casi è possibile focalizzare la forte luce del sole sulla parte bianca dell’occhio con l’aiuto di una forte lente convessa, facendo attenzione a muovere la luce da una parte all’altra abbastanza rapidamente per evitare il calore. Dopo un tale trattamento, il paziente quasi immediatamente diventa capace di aprire gli occhi alla luce.
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