Il fenomeno UFO è generalmente tenuto in poca, se non nulla, considerazione dalla scienza. Senza dubbio, molti dei c.d. avvistamenti UFO possono essere facilmente archiviati come aerei non identificati, stelle, pianeti, o per l'appunto come chiari imbrogli messi in atto da individui alla ricerca di brividi o di soldi. Molti libri e ricerche ci hanno messo a disposizione statistiche su tale fenomeno, ma circa il 95% degli avvistamenti possono essere facilmente spiegati. Considerando le immense distanze tra le stelle, non è difficile supporre che una visita di un'altra forma di vita intelligente avvenga molto lentamente. Queste ipotesi si basano, comunque, su quanto concerne le nostre conoscenze, ma l'altra razza che ci "viene a far visita" potrebbe godere di un grado di intelligenza molto più alto rispetto a noi. Stiamo cercando di considerare la possibilità mentre, al tempo stesso, siamo resi ciechi dai limiti del nostro sapere.
Nel 1993 esce il film "Fire in the sky" ("Bagliori nel buio") che stuzzicò la curiosità di tutti quelli che aspettavano una pellicola del libro di Walton che porta lo stesso nome. D.B. Sweeny e James Garner ricercarono per il film attori veterani. Chi aveva familiarità con la storia vera non si stupì dell'incapacità di portare sullo schermo quanto realmente accaduto.
Chi, invece, non era a conoscenza del fatto avrebbe potuto pensare ad una finzione. C'erano grandi set, ed effetti speciali, ma la storia non ha reso giustizia. Il mio scopo nello scrivere questi articoli è di presentare i fatti dietro il film; la vera storia di abduction (rapimento alieno) di Travis Walton. Chiedo solo una cosa al lettore: di riservare il suo giudizio a fine lettura.
Questo sconcertante caso Ufo ha inizio il 5 novembre 1975, nella riserva degli Apache nella Foresta Nazionale nel NE Arizona. Un squadra di 7 boscaioli era stata assunta dal governo per il disboscamento. Gli uomini stavano tornando a casa, dopo una lunga giornata di lavoro, con il loro camioncino. Durante il viaggio di ritorno, videro, a poca distanza dalla strada, un "oggetto luminoso che aveva la forma di un disco schiacciato". Tutti gli uomini erano d'accordo sul fatto che Travis Walton, attratto dall'insolito spettacolo, scese dal camioncino per osservare più da vicino. Mentre guardava timoroso l'oggetto, improvvisamente una brillante luce bluastra lo colpì e lo scagliò lontano. Gli altri membri del gruppo, presi dal panico, impauriti per la loro vita, scapparono. Ma poi di comune accordo decisero di tornare indietro per cercare di aiutare Travis. Arrivati sul luogo, non trovarono traccia né della navicella né di Travis.
Mike Rogers, caro amico di Travis e capogruppo, era alla guida del camioncino. Secondo quanto racconta Rogers, mentre si allontanavano dal luogo dell'accaduto, egli nel girarsi vide un "oggetto luminoso" elevarsi sopra la foresta e scomparire verso l'orizzonte. Rogers e gli altri 5 uomini si sottoposero anche alla macchina della verità. Superarono il test,eccetto che per una risposta non troppo chiara, e presto il caso fu sotto tutti i riflettori nazionali. Walton riapparve 5 giorni dopo, confuso e spaventato, con fugaci ricordi di entità aliene e descrizioni dell'interno della navicella. Egli fu anche sottoposto successivamente a vari esami col poligrafo. La storia di Travis Walton sarebbe presto diventata il primo vero caso di abduction preso in seria considerazione da molti scienziati degni di fede. La sua storia avrebbe costretto l'opinione pubblica a rivalutare i preconcetti in materia.
I 6 testimoni (Allen Dalis, Dwayne Smith, John Goulette, Kenneth Peterson, Mike Rogers e Stevie Pierce) di questa controversa vicenda descrissero l'oggetto volante individualmente utilizzando termini simili. Nella descrizione di Rogers la navicella era un oggetto grande e incandescente che si librava nell'aria a circa 100 piedi da sotto le cime degli alberi. Dwayne Smith la descriveva come una superficie liscia che emanava una luce giallo-arancio. Commenti aggiuntivi dei testimoni oculari raccontavano di un'incredibile superficie liscia, di un disco appiattito con bordi chiaramente definiti. Sia Walton che Rogers stimarono che il diametro della navicella era di circa 20 piedi.
I dettagli dell'evento citati dal rapporto dell'investigatore sono i seguenti: come Walton si avvicinò a piedi attraverso la radura, "l'UFO cominciò a traballare o a dondolare debolmente", e poi emanò "una luce bluastra… un raggio blu che guizzò fuori dalla parte inferiore di quella cosa e lo colpì", "quel raggio era la cosa più luminosa che abbia mai visto". Questa luce gettò Walton "indietro di 10 piedi", "lanciato in aria, in un movimento a ritroso, cadde a terra sulla schiena", "volando come se fosse legato ad un filo", "l'orribile spettacolo era irreale".
Il poligrafico Cy Gibson riferisce nei suoi documenti quanto segue: Testimonianza di Allen Dalis: "Nella prima intervista, Dalis raccontò quanto accadde quel giorno. La giornata lavorativa era finita e gli uomini stavano tornando a casa. Era quasi buio, racconta Dalis. Egli vide un bagliore venire dagli alberi. Poiché si trovavano in una radura, poté vedere l'oggetto c.d. UFO. Rogers, alla guida del camioncino, aveva rallentato fino a fermarsi poiché Travis Walton era uscito dal veicolo e cominciava ad avanzare verso l'UFO a passo veloce… Dalis descrisse l'UFO come un oggetto di colore bianco giallastro. La luce emessa non era lucente ma un bagliore che illuminava tutta la zona circostante. Dalis vide Walton raggiungere l'UFO e fermarsi ad osservarlo sopra di lui. Racconta che Walton stava lì, leggermente chinato, con le mani in tasca. L'UFO cominciò ad oscillare lentamente e Dalis iniziò a preoccuparsi e nascose la testa tra le ginocchia. Al contempo, un'intensa luce illuminò tutta l'area, camioncino compreso. Egli immediatamente si voltò verso l'oggetto, vide la figura di Walton che tendeva le braccia verso l'alto… Dalis si girò verso Rogers, seduto al posto di guida, e gli gridò:"Qui fuori c'è l'inferno…".
La testimonianza riguardo Rogers dichiara che:"…egli si trovava sul lato opposto del camioncino rispetto all'UFO e si doveva chinare per vedere attraverso il finestrino alla sua destra. Egli descrive l'UFO come un oggetto oscillante di color marrone giallastro. Non era in grado di dire se la luce provenisse dall'interno o dall'esterno dell'UFO. Ma poteva vedere le ombre degli alberi sul terreno, intorno all'oggetto. Rogers racconta che l'UFO si trovava a circa 75-100 piedi dal camioncino… Quando Rogers cominciò a muovere il veicolo un raggio di luce brillante illuminò l'intera area, compreso l'interno del camioncino. Sembrava un impulso costante. Egli non vide un raggio di luce che investiva Walton. Quando ci fu questa luce fortissima, Rogers si voltò per guardare l'UFO e vide Walton, scagliato in aria con un movimento a ritroso, cadere a terra sulla schiena.
A quel punto, Dalis e qualcun altro gridò: :"Qui fuori c'è l'inferno…".
Ritornando a quanto accaduto, tutta la squadra si mise a cercare per un pò gridando il nome di Walton. Poi tornarono sulla strada principale e, dopo qualche dubbio, decisero di chiamare la polizia e chiedere aiuto. Essi vennero ricevuti prima dal Vice Sceriffo Eleison e poi dallo Sceriffo Marlin Gillespie, che successivamente avrebbe descritto il gruppo come evidentemente e sinceramente scosso. Gli ufficiali e il gruppo tornarono sulla collina per continuare le ricerche, che sarebbero proseguite anche il giorno dopo. I giorni successivi non videro risultati nella ricerca di Walton, nonostante l'utilizzo di elicotteri e cani. Le temperature caddero sotto lo zero la prima delle due notti di ricerca, con il conseguente timore che, se Walton fosse stato ferito o in stato confusionale, non sarebbe sopravvissuto. Nel mentre la legge cercava spiegazioni alternative dell'evento, vagliando anche l'ipotesi di omicidio.
Cercando una spiegazione più credibile rispetto a quella del disco volante, venne aperta una vera e propria inchiesta. Il resto della squadra venne sottoposto ad interrogatori continui. Furono interrogati anche familiari e amici. Un fatto che diede colore all'inchiesta fu che tutti gli uomini erano illetterati e ciò dava l'impressione di avere a che fare con persone rudi emarginate. Di certo, questa è l'ipotesi tipica fatta da chi crede che le persone che non hanno raggiunto un successo finanziario in questo mondo sono bugiarde, imbroglione, e non possono essere sincere.
Un' ipotesi comune all'epoca era che Dalis e Walton avevano avuto un battibecco, e che Dalis aveva accidentalmente o di proposito ucciso Walton e nascosto il corpo. Ma se così fosse stato, perché gli altri cinque del gruppo rischiavano i "fuochi" della giustizia per coprire Dalis? Una seconda ipotesi poneva l'accento sulla possibilità che tutto il gruppo era coinvolto in una sorta di rissa o discussione, e che Travis era stato ucciso accidentalmente, e nascosto il suo corpo da qualche parte nella foresta. Se ciò fosse stato vero, perché inventare la storia di un rapimento alieno? Una cosa talmente incredibile… Un altro scenario poteva far ipotizzare qualcosa sul contratto governativo del gruppo, forse stavano cercando una scusa per sciogliersi da questo. Ma anche qui, perché inventarsi una simile storia?
Foresta Nazionale - Riserva Apache
Nei loro primi rapporti, i sei uomini dell'equipaggio avevano mostrato propensione a sottoporsi a ogni tipo di test per stabilire le verità delle loro parole. Dopo il secondo giorno di ricerca, le indagini richiesero l'aiuto di Cy Gilson, un poligrafico(Dipartimento della Pubblica Sicurezza), per "testare" gli uomini. Cinque dei testimoni passarono il test con successo, mentre per il sesto, Allen Dalis, i risultati del test non furono leggibili.
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Ciò comportò risonanza intorno alla sua figura. Mentre alcuni dell'equipaggio, come Rogers e Walton, erano amici da lungo tempo, altri erano solamente conoscenti che si trovavano a stare insieme per motivi lavorativi, e nel caso di Allen Dalis, tra lui e Walton non correva buon sangue.
Se Walton era implicato in una qualche cospirazione per ingannare le autorità, di certo egli aveva lasciato fuori da questa le persone a lui più vicine. Alle ore 1:30 del mattino, il 6 Novembre, Coplan e Rogers comunicarono alla madre di Walton, Mary Kellett, la scomparsa del figlio. La reazione della donna fu tranquilla ed ella stessa disse, nel venire a conoscenza che suo figlio minore era stato rapito dagli alieni: "Ebbene, sono cose che succedono", raccontando successivamente di quando lei e suo figlio maggiore, Duane, avevano visto degli UFO. Sempre quella mattina (saranno state circa le 3) fu avvertita anche la sorella di Walton, Grant Neff, e anche lei ebbe la stessa reazione tranquilla alla notizia del rapimento alieno del fratello. Il resto del giorno continuarono le ricerche dell'uomo nel luogo della sua scomparsa. Non c'era alcun indizio che facesse trapelare la presenza di qualcosa: niente sangue, nessun brandello d'abito, nessuna traccia di esplosione fu trovata neanche nelle vicinanze. Non c'era traccia alcuna che potesse dar prova di colluttazione tra i membri della squadra. Non c'era traccia di Travis Walton.
Per ogni ipotesi UFO, c'era un conseguente ridimensionamento. Le autorità cercarono di tenere la scena dell'incidente "incontaminata" ma l'interesse faceva confluire sul posto tanta persone locali e non. Tante erano le opinioni sull'evento. Chi, stupito, voleva ascoltare ciò che gli uomini avevano visto; chi li definiva burloni e bugiardi. Alcuni sostenevano persino che non era niente altro che uno scherzo di cattivo gusto, e che Travis si stava nascondendo da qualche parte e che sarebbe improvvisamente riapparso al momento opportuno. A questo punto delle indagini, c'era una domanda nella testa di tutte le persone coinvolte, amici o nemici: Dove era Travis Walton?
L'ultima cosa che Walton ricordava sull'incidente accaduto nel bosco era la sensazione di andare indietro, e poi niente altro. Si svegliò gelato e con una sete irresistibile. Lentamente tra le immagini confuse, ricordava di giacere su un tavolo. Ancora molto debole, Walton realizzava: "Mio Dio, l'ospedale, mi stanno portando in ospedale.". Un ambiente umido, non confortevole, la sua giacca sotto le sue braccia. "Non capivo perché l'infermiera non mi avesse tolto la giacca". Avvertendo di essere visionato da uno strano congegno che girava intorno al suo corpo, egli provò a focalizzare le figure non ben definite del dottore e delle infermiere certamente in suo aiuto. Quando riuscì a focalizzare la scena, improvvisamente vide scioccato il volto di un… orribile creatura!
Ce ne erano tre, che lo guardavano fisso con le loro grandi pupille marroni. Travis tentò di toccarne uno con la poca forza rimastagli. La creatura si tirò indietro in modo strano con tranquillità. "Era morbido e leggero", avrebbe raccontato più tardi Travis. Travis si mise sulla difensiva, pronto al combattimento, come un animale in gabbia. Cercando con lo sguardo qualcosa da afferrare per difendersi, egli agguantò una sorta di tubo con cui provò a spaventare i suoi rapitori. Gridò loro: "State lontani! Dannati!" ed essi si fermarono. Quegli esseri erano alti poco meno di 5 piedi, con sembianze umanoidi. Erano magri, gracili, coperti da una pelle stucchevole. Le loro piccole mani erano delicate e senza unghie. Del tutto pelate, le loro teste erano sproporzionatamente grandi rispetto ai corpi.
La sola caratteristica che non sembrava sottosviluppata erano quegli incredibili occhi! Quelle sfere luccicanti avevano un' iride marrone due volte la misura di quello di un normale occhio umano. L'iride era così grande che anche le parti delle pupille erano nascoste dalle palpebre, dando all'occhio una certa parvenza felina. La parte bianca era quasi inesistente. Essi non avevano ciglia né sopracciglia. Le loro piccole bocche non si muovevano mai. Travis era pronto a combattere per la sua vita. Improvvisamente, inspiegabilmente, gli alieni lasciarono la stanza passando per una porta aperta. "Devo uscire da qui", pensò.
Guardando attraverso un atrio che curvava che si apriva dalla stanza, egli non vide nessuno. Freneticamente si mosse, varcò la porta, e poi pensò:"Potrei tornare indietro? Perdere un'occasione di fuga?". Con cautela avanzò e vide una stanza circolare con un tetto a forma di cupola, e tre porte rettangolari chiuse. La stanza era vuota eccetto per una sedia che si trovava davanti a lui. Forse qualcuno che lui non poteva vedere era seduto lì? Girò la stanza, guardò la sedia, non avrebbe mai voluto rivedere una di quelle creature orrende. Finalmente poté accertarsi che la sedia non era occupata, egli cominciò a muoversi verso essa. Ma accadde qualcosa di strano! Si fece buio. Piccole luci cominciarono ad apparire su o attraverso il muro della stanza. Sembravano stelle!